Difficoltà nel report di sostenibilità: 5 sfide pratiche + soluzioni

Il report di sostenibilità è uno strumento che consente alle aziende di comunicare i propri impatti ambientali, sociali e di governance (ESG) agli stakeholder e di definire strategie per migliorarli.

Per essere credibile, un report di sostenibilità deve poggiare su basi solide che riguardano la qualità dei dati, le competenze interne, la chiarezza nella comunicazione e l’integrazione con la strategia aziendale. 

In questo articolo esploriamo 5 difficoltà comuni e le soluzioni pratiche per affrontarle.


Raccolta e affidabilità dei dati ESG   

La rendicontazione di sostenibilità si fonda sulla capacità di raccogliere dati completi, coerenti e verificabili

Raccogliere questi dati resta però una sfida per molte aziende. Spesso le informazioni sono disperse tra diversi reparti, archiviate in fogli di calcolo non standardizzati e soggette a controlli limitati. Questo può causare errori, disallineamenti temporali e difficoltà nel tracciare le fonti.

Per migliorare la gestione dei dati ESG, le aziende possono: 

  • centralizzare le informazioni in un unico sistema accessibile ai reparti coinvolti, così da ridurre errori, duplicazioni e garantire la tracciabilità delle informazioni;
  • sfruttare piattaforme e strumenti di gestione ESG che semplificano la raccolta e l’elaborazione dei dati;
  • introdurre controlli periodici e audit interni per rafforzare la tracciabilità dei dati e prevenire errori; 
  • investire nella formazione dei team per accrescere competenze e responsabilità diffuse nella gestione dei dati di sostenibilità.


Complessità normativa e standard multipli

Le regole sul reporting di sostenibilità si sono moltiplicate negli ultimi anni. Direttive europee come la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) e standard internazionali come il GRI (Global Reporting Initiative) o il SASB (Sustainability Accounting Standards Board) spesso coesistono, creando confusione su quali indicatori misurare e come comunicarli. Il risultato? Molte aziende faticano a capire da dove iniziare.

Il problema non è solo la quantità di regole, ma anche la loro continua evoluzione. Standard e normative cambiano e si aggiornano regolarmente, rendendo difficile per le aziende rimanere al passo e garantire che i processi interni siano sempre conformi.

Per affrontare la complessità normativa, le aziende possono adottare alcune strategie pratiche, come quelle elencate di seguito:

  • Selezionare gli standard più pertinenti: se la propria azienda non è soggetta a obblighi normativi di rendicontazione può scegliere lo standard di reporting più adatto alle proprie esigenze. Ad esempio, il SASB è utile per mostrare agli investitori come i fattori ESG influenzano la performance economica, mentre il GRI è più indicato per rendicontare l’impatto ambientale e sociale verso un pubblico più ampio di stakeholder.
  • Monitorare le normative: istituire un processo interno o affidarsi a strumenti e servizi esterni specializzati che segnalano in tempo reale aggiornamenti legislativi e nuovi requisiti di reporting.


Gestione delle risorse e dei tempi

Redigere un report di sostenibilità richiede il contributo di molte funzioni aziendali: finanza, legale, risorse umane, acquisti e logistica. Il loro apporto è fondamentale per raccogliere dati che descrivano in modo completo le diverse dimensioni della sostenibilità, dai risultati economico-finanziari agli impatti ambientali e sociali.

Tuttavia, questo processo può rivelarsi complesso: i team coinvolti hanno spesso altre priorità operative e non sempre possiedono competenze specifiche in materia di ESG, con il rischio di rallentare le attività di raccolta e di ridurre la qualità delle informazioni.

Per evitare queste criticità, le aziende possono adottare le soluzioni seguenti: 

  • pianificare con anticipo le attività di rendicontazione: stabilire un calendario con scadenze permette di organizzare il lavoro in modo equilibrato nel tempo e ridurre il rischio di accumulare pressione nei periodi critici.
  • sfruttare strumenti digitali di raccolta e analisi: le piattaforme digitali per la gestione ESG facilitano la centralizzazione dei dati e dei controlli;
  • integrare competenze esterne: consulenti esterni possono supportare le aziende nella definizione dei processi, nella raccolta dei dati più complessi e nella preparazione del report, accelerando l’avvio del reporting senza gravare sulle risorse interne.


Comunicazione e rischio di greenwashing

Molti report di sostenibilità presentano ancora criticità diffuse: testi prolissi, toni autoreferenziali e scarsità di dati concreti sugli impatti reali… Questi  rendono difficile agli stakeholder valutare l’impegno effettivo dell’azienda e possono alimentare sospetti di greenwashing

Un ulteriore punto debole riguarda gli obiettivi di sostenibilità dichiarati nei report: troppo spesso restano vaghi (“ridurre l’impatto ambientale”, “promuovere la diversità”) e privi di indicatori o scadenze precise. Senza target misurabili e verificabili, i report perdono valore come strumento di monitoraggio dei progressi e di dialogo trasparente con gli stakeholder.

Per una comunicazione chiara e trasparente, le aziende possono seguire questi principi:

  • Accuratezza: le informazioni devono riflettere fedelmente azioni e risultati reali, basandosi su dati concreti e fonti affidabili, evitando generalizzazioni o stime prive di evidenze.
  • Verificabilità: le affermazioni devono poter essere controllate tramite prove concrete: certificazioni, audit, registri interni, referenze a studi o banche dati. 
  • Contestualizzazione: ogni dato va accompagnato da elementi di contesto come l’ambito di riferimento, il metodo di calcolo e il periodo considerato.


Integrare la sostenibilità nella strategia aziendale 

Molte aziende raccolgono quantità importanti di dati sulla sostenibilità, ma spesso incontrano difficoltà nel trasformarli in strumenti concreti per guidare le decisioni strategiche. 

Senza un legame chiaro tra reporting e strategia aziendale, queste informazioni rischiano di rimanere semplici numeri e risultati da comunicare agli stakeholder.

Per trasformare i dati ESG in azioni concrete e sostenibili, è utile seguire alcuni passaggi chiave:

  • coinvolgere la leadership: il top management deve guidare attivamente l’integrazione della sostenibilità, definendo obiettivi chiari e traducendoli in azioni concrete all’interno della strategia e dei valori aziendali.
  • prioritizzare i temi ESG più rilevanti: individuare i cosiddetti “temi materiali” per l’azienda e per gli stakeholder consente di concentrare gli sforzi sulle priorità reali. Non tutte le questioni ESG hanno la stessa importanza e priorità per ogni azienda o settore. 
  • pianificare una strategia di miglioramento continuo:  stabilendo azioni a breve e a medio termine, per avanzare nella sostenibilità in modo graduale e realistico.


Il nostro contributo

Noi di Kyklos Carbon aiutiamo le aziende a navigare queste complessità e le accompagniamo in ogni fase del percorso di sostenibilità. Dalla raccolta e analisi dei dati, alla redazione di un report di sostenibilità, fino alla creazione di strategie migliorative.

Il nostro supporto trasforma il reporting in uno strumento operativo, rendendo la sostenibilità parte integrante delle decisioni aziendali e non solo un elemento comunicativo.

Contattaci per realizzare un report di sostenibilità su misura per la tua azienda.

Laetitia Dayras 1 ottobre 2025
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